Lo sport come intervento con i minori di una comunità residenziale
Un bravo allenatore non deve solo avere capacità tecnico-metodologiche, ma deve saper motivare e plasmare l’allenamento secondo l’individuo che ha di fronte.
Nel caso di genere è ancor più importante mettere in pratica queste capacità legate a nozioni sia scientifiche sia esperienziali. Il primo input, che abbiamo sviluppato attraverso l’attività motoria praticata presso la Struttura Residenziale Terapeutico Riabilitativa La Casa di Roma rivolta a minori e giovani adulti con patologie psichiche, avviene attraverso l’approccio che i ragazzi devono avere con l’attività svolta.
Distogliere adolescenti da attività quotidiane che nella loro vita hanno preso il sopravvento non è cosa facile, ci riferiamo per esempio all’uso del telefonino cellulare quale mezzo di contatto globale in real-time attraverso i social.
La componente motivazionale diventa quindi il mezzo primario su cui basare il “primo contatto” così come il gioco. In ragazzi privi di criticità, il grado di attenzione iniziale con relativo start dell’attività motoria risulta chiaramente più alto, ma con le giuste chiavi motivazionali anche chi vive un disagio psicologico può attivare quei processi che possiamo definire di “auto-competitività”.
La pratica condotta nel centro residenziale ci ha portato a ritenere che, aldilà delle “esperienze” che i ragazzi vivono all’interno del microcosmo della loro comunità e di come vengono “percepiti” nel macrocosmo della società civile, il momento dell’attività sportiva/motoria azzeri pregiudizi e divergenze di valutazione.
Molte volte si verificano impedimenti o condizionamenti “naturali” nella pratica dell’attività motoria in soggetti con caratteristiche particolari, per esempio l’obesità giovanile o gli stati di estrema magrezza o l’astenia e l’apatia dovuti a fattori di salute, a condizioni psicologiche o legate all’uso di farmaci o sostanze.
È evidente che si sia riusciti a “lavorare” meglio su soggetti fisicamente normotipi piuttosto che su elementi che presentavano già all’inizio delle attività problemi fisici di varia natura. Questo richiede un’attività parallela di supporto alla corretta alimentazione, specialmente in età evolutiva.
Come molti tecnici sportivi abbiamo ripetuto ai nostri giovani atleti il “mantra” del potere psichico della corsa e della produzione di sostanze benefiche durante l’esercizio fisico.
Il muscolo scheletrico è una sorta di organo endocrino che attraverso la contrazione, oltre a svolgere il proprio compito biomeccanico, stimola la produzione e il rilascio dei messaggeri extracellulari, influenzando il metabolismo e modificando la loro produzione nei tessuti e negli organi.
Il nostro corpo produce quindi sostanze e droghe naturali, sintetizza oppioidi endogeni, come beta-endorfine, dopamina, BDNF, irisina, termogenina, citochine antinfiammatorie.
Queste sostanze e altre sono in grado di stimolare lo sviluppo di nuove cellule nervose e incrementare il numero di sinapsi, potenziando memoria, apprendimento e capacità cognitive.
Aiutano inoltre a sopportare meglio il dolore e influiscono positivamente sullo stato d’animo; la loro interazione con altri ormoni e neurotrasmettitori, secondo recenti studi, genera benefici della sfera psicologica e sessuale dell’uomo, riducendo l’ansia, lo stress, e sviluppando il controllo dell’appetito.
Una pratica costante, adeguata al soggetto e prolungata nel tempo dell’attività sportiva aumenta i benefici in maniera esponenziale.
Riteniamo in particolare la corsa il metodo più rapido e più semplice per sviluppare i processi sopracitati, per mantenere la forma fisica e per avviare una serie di profondi cambiamenti nel corpo e nella mente.
Riteniamo in particolare la corsa il metodo più rapido e più semplice per sviluppare i processi sopracitati, per mantenere la forma fisica e per avviare una serie di profondi cambiamenti nel corpo e nella mente.
La corsa rappresenta il metodo più rapido e più semplice per mantenere la forma fisica e per avviare una serie di profondi cambiamenti nel corpo e nella mente.
L’esercizio in programmi di corsa porta a scaricare tensioni ed emozioni negative e a vivere diversi stati di consapevolezza.
I benefici psicologici indotti dalla corsa sono molteplici:
- Riduce ansia e stress: chi corre è meno stressato e in grado di affrontare in modo efficace possibili situazioni di stress. L’attività fisica consente di mantenere la mente libera dalle preoccupazioni, dà il tempo di riflettere, pensare e concentrarsi.
- Migliora la fiducia in se stessi: fissare un obiettivo in minuti di corsa o in km percorsi migliora la fiducia del soggetto. La fiducia aumenta nelle persone che correndo perdono il peso eccessivo e notano l’aumento di tonicità nei propri muscoli.
- Migliora l’umore: la produzione di dopamina crea un senso di euforia e buon umore nelle persone, le fa sentire più felici e migliori. Una sensazione che provoca una sorta di dipendenza da questa attività.
- Combatte qualsiasi tipo di dipendenza, probabilmente perché la sostituisce. Correndo, il soggetto ha molta più resistenza all’impulso di assumere alcol, droghe o qualsiasi sostanza dalla quale dipende.
- È un tranquillante naturale.
- Migliora le capacità coordinative: la coordinazione della mente e del corpo migliorano con l’attività fisica fatta con regolarità, si migliora anche la coordinazione mente-corpo, cosa molto importante in ogni attività della vita quotidiana.
- Sviluppa concentrazione e attenzione: correre mantiene la mente concentrata, è un ottimo allenamento per la mente e per la capacità di mettere a fuoco gli eventi. Correre allevia la fatica mentale, sviluppa la memoria e migliora la resistenza emozionale. Una bellissima frase di Mark Rowlands recita: «Correre è lo spazio aperto dove vanno a giocare i pensieri».
Durante l’esperienza riabilitativa con lo sport fatta dai ragazzi della comunità, però, il gesto motorio della corsa ha rappresentato l’elemento più complesso da far accettare, vuoi per l’alta percentuale di fumatori, vuoi perché avendo delle capacità aerobiche differenti la corsa di gruppo diventa assai difficile, ad eccezione dei classici 5 minuti di corsetta leggera per attivare il corpo propedeutica a qualsiasi pratica motoria (il riscaldamento).
Per questo motivo si è lavorato prevalentemente con sedute singole e schede personali, per seguire gradualmente i miglioramenti e aumentare la durata e il chilometraggio della corsa in base a questi dati.
Il gruppo di ragazzi con i quali quotidianamente ci interfacciamo è eterogeneo sia per età sia per patologia. L’idea alla base della programmazione delle attività sportive rispetta questa diversità. Inoltre, non si basa sul principio del lavoro per premi e punizioni ma il perno è l’instaurare una relazione di fiducia fra l’istruttore sportivo e il ragazzo. L’attività sportiva si articola in diversi gruppi distribuiti in tutti i giorni della settimana; il ragazzo ha la possibilità di sperimentare l’attività più adeguata alle proprie inclinazioni. Il programma della settimana prevede:
Il punto di partenza è la valorizzazione del contesto e la nostra struttura consente di usufruire di diversi spazi: sala pesi, campo polivalente, aree verdi adiacenti la struttura. Si è notato che scegliere di svolgere l’attività in un determinato contesto rispetto a un altro facilita il maggiore coinvolgimento dei ragazzi.
- L’allenamento funzionale è finalizzato a migliorare le funzioni motorie quotidiane. È un’attività adatta a tutti a seconda del livello e dell’intensità voluta. Inoltre, migliora le capacità coordinative generali e speciali.
- Run4mind è un’attività propedeutica alla corsa, comprensiva di ginnastica a corpo libero.
- Gioco sport fa leva sul gioco di squadra permettendo ai ragazzi di affacciarsi a una sana pratica sportiva attraverso giochi popolari e consolida i rapporti tra i ragazzi stessi nel contesto comunitario.
- Individual training consiste in un allenamento pensato per rispondere alle esigenze del singolo munito degli strumenti necessari per svolgere l’attività in autonomia.
- Casa del volley si basa su una serie di esercizi propedeutici allo svolgimento della partita di pallavolo e consente una migliore conoscenza del proprio corpo.
Tutte queste attività vengono integrate da attività sportive e riabilitative extra comunitarie.
L’assunzione della terapia farmacologica che sembra limitare la prestazione viene posticipata alla fine dell’attività per garantire una partecipazione qualitativamente migliore nonché più consapevole. Inoltre, l’assunzione posticipata della terapia contribuisce alla compliance farmacologica.
L’attività sportiva non si conclude con l’attività in sé e l’assunzione della terapia ma prosegue con l’attenzione alla cura del sé. Il fine di questo lavoro è uscire dalle mura della comunità attraverso la partecipazione a eventi sportivi che permettono l’inclusione dei ragazzi nella società.
Per la realizzazione di ciò nessuno di questi elementi è meno importante di altri. L’obiettivo di questo lavoro è la creazione di un’atmosfera positiva fondata su quattro aspetti fondamentali: rispetto, accettazione, riconoscimento, apprezzamento. Queste componenti sono i pilastri che serviranno per il raggiungimento di uno stato di benessere psicofisico.
Autori: FERDINANDO COLLOCA(1), CRISTIAN SIMINA(2), FRANCESCA NERI(3), MARIA BRUSELLES(4), VALENTINA GRAVERINI(5)
(1)Tecnico FIDAL
(2)Allenatore UEFA C
(3)Psicologa
(4)Allenatrice di Calcio a 5 e di Volley
(5)Infermiera