Trattamento personalizzato nella depressione e nelle psicosi ‘resistenti’: alcuni problemi aperti dalla ‘medicina di precisione’ per la pratica clinica oggi.
Giorgio Pigato
Giorgio Pigato
Stella Rosson, Marco Solmi
La valutazione dei sintomi della schizofrenia tramite la scala PANSS (Positive and Negative Syndrome Scale) può risultare difficoltosa per il tempo a disposizione del clinico. Una versione abbreviata a 6 voci (PANSS-6), sviluppata da Østergaard e colleghi e valutata tramite l’intervista SNAPSI (Simplified Negative and Positive Symptoms Interview), ha mostrato preliminari evidenze di validità e potrebbe essere proposta per semplificare l’attività clinica.
Marco Paladin, Anna Girardi, Alessandro Pierazzo
La scarsa aderenza alla terapia è un problema rilevante nella pratica clinica psichiatrica e rappresenta una delle principali cause di pseudo-resistenza ai farmaci. Il dosaggio plasmatico di antidepressivi e antipsicotici, seguendo le più recenti linee guida per il therapeutic drug monitoring (TDM), può supportare il clinico nella valutazione dell’aderenza alle cure, permettendo di ottimizzare e personalizzare la farmacoterapia.
Luca Martini, Tommaso Toffanin
I fattori genetici svolgono un ruolo fondamentale nella variabilità della risposta ai farmaci. Sfruttando le informazioni genetiche individuali con test di farmacogenomica, i medici possono personalizzare i trattamenti per depressione e psicosi e identificare più rapidamente terapie efficaci, migliorando la qualità di vita dei pazienti e limitando il peso economico della malattia.
Beatrice Roiter
I disturbi depressivi dell’età avanzata (DDA) sono patologie sempre più diffuse, caratterizzate da una prognosi peggiore rispetto ai disturbi depressivi nell’età adulta. A causa dell’eterogeneità dei fattori di rischio, della presentazione clinica e della possibile evoluzione nel tempo è necessario personalizzare l’approccio diagnostico-terapeutico a queste patologie. Viene qui descritta come esempio la depressione vascolare.
Sara Pompanin, Giorgio Pigato, Cinzia Bussè, Annachiara Cagnin
Grazie all’avvio di un ambulatorio multidisciplinare neuropsichiatrico, sono stati seguiti alcuni pazienti con diagnosi di possibile demenza frontotemporale comportamentale (bvFTD) e dubbia sindrome della fenocopia psichiatrica (phFTD). È stato così possibile comprendere meglio i pazienti dal punto di vista psicopatologico, giungendo a formulare una diagnosi differenziale più accurata per una presa in carico efficace dei pazienti.
Claudio Vampini
Simona Mazza, Daniela M. Oliani, Nicoletta Serra, Elio Serra
Questa revisione sintetica della letteratura si concentra sui deficit cognitivi maggiormente associati al Disturbo Depressivo Maggiore (DDM), individuando negli interventi integrati evidence based, di tipo farmacologico e psicosociale, un’efficace strategia di prevenzione secondaria e/o di intervento precoce in questa tipologia di pazienti.
Silvio Zanardelli
In questa breve review sono descritti i parametri di assenteismo e presenteismo utilizzati per esaminare lo scadimento funzionale lavorativo nei pazienti con depressione, discutendo in particolare le problematiche legate alla presenza di diverse variabili che incidono sulla valutazione.
Francesco Nifosì
Questa review della letteratura approfondisce i deficit cognitivi maggiormente associati al Disturbo Depressivo Maggiore (DDM), che hanno un impatto negativo sul funzionamento socio-relazionale e lavorativo del paziente. In particolare, sono esaminati i temi del trattamento con vortioxetina e della gestione dei sintomi cognitivi nel DDM.
Alessandro Miola, Tommaso Toffanin
In questo caso clinico gli autori presentano un paziente affetto da depressione con disfunzione cognitiva e ripercussioni in ambito sociale e lavorativo, per cui il trattamento farmacologico con vortioxetina ha ridotto significativamente la sintomatologia stress-lavoro correlata.
M. Calderaro, C. Gabaglio, S. Misuraca, L. Penna, S. De Filippis
Il fenomeno del poliabuso di sostanze sta divenendo sempre più comune tra gli adolescenti. È stata condotta una review della letteratura corrente su adolescenza, esordio psicotico e dipendenza da sostanze, da cui risultano alcune correlazioni, ma che soprattutto fa emergere la scarsità della letteratura riguardante questa fascia di età.
Alessandro Emiliano Vento, Marta Cacciotti, Sergio De Filippis
Questo articolo descrive nei dettagli destinatari, obiettivi e metodologia di attuazione del progetto per le scuole denominato “Cervelli brillanti”, che ha lo scopo di prevenire e limitare il consumo di sostanze psicoattive e la messa in atto di comportamenti a rischio tra i giovani.
Alessandro Emiliano Vento
Le NPS (Novel Psychoactive Substances) includono diverse molecole con effetti psicoattivi, sempre più diffuse anche in Italia grazie alla facile reperibilità sul web. In questa review sono descritte le principali NPS presenti sul mercato, il cui consumo costituisce un rilevante problema per la salute mentale e per cui risulta necessaria una rapida azione di prevenzione.
Andrea Daverio
Il disturbo da gioco d’azzardo ha una presentazione clinica molto eterogenea ed è stato recentemente inserito nella categoria delle dipendenze (DSM-5). In questo articolo, oltre a proporre una breve revisione della letteratura in merito alla diagnosi e agli aspetti clinici del disturbo da gioco d’azzardo, vengono approfonditi i principali strumenti di indagine psicometrica attualmente a disposizione.
F. De Rosa, G. Coriale, R. Porrari, S. Gencarelli, M.L. Attilia, M. Ceccanti
Il Progetto di AUtogestione del Sé (P.AU.Sé) è stato sviluppato come un nuovo modello di intervento che mira ad attivare nei soggetti con dipendenza da alcol un processo di controllo e autogestione del proprio comportamento alcolico. È qui descritto uno studio multicentrico in cui è stato applicato il trattamento P.AU.Sé.
Francesco Pompei, Federica Gentili
La dipendenza da oppiacei è il risultato di un processo di neuroadattamento che ha un’influenza progressiva sul comportamento e sulla psicopatologia dei soggetti. Questa review descrive i meccanismi neurologici alla base della dipendenza da oppiacei e gli interventi terapeutici che mirano a ridurre la mortalità e migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Sandro Libianchi
Il contesto carcerario costituisce una specificità che condiziona il trattamento dei consumatori di sostanze psicoattive. Sono qui approfondite varie fasi della presa in carico di queste persone, dall’entrata in carcere con avvio di progetti terapeutici e organizzazione dell’assistenza medica e sanitaria, alla permanenza in carcere con il problema del consumo “intramoenia” di sostanze, fino allo studio di misure alternative alla detenzione e all’uscita dalla struttura penitenziaria.